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Due pesi e due misure?
di Bruno Baggio (Cattedra di Nefrologia, Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche,
Università degli Studi di Padova)
Nel 2000 ho partecipato, come quarto concorrente, ad un
concorso blindatissimo per professore di prima fascia di Nefrologia
indetto
dall'Università di Brescia.
Sono stati dichiarati idonei i due allievi di due commissari e l'allieva
dell'allora presidente della Società Italiana di Nefrologia.
L'escluso è rimasto il sottoscritto che presentava una inconcussa
superiorità, rispetto agli idonei, su tutti i titoli che la
legge impone ai commissari di considerare nella valutazione comparativa:
titoli scientifici (l'Impact Factor era superiore alla somma di quelli
riportati dai tre candidati idonei messi assieme); anzianità di
carriera, didattica ed assistenziale superiore agli idonei. I commissari
sono giunti perfino ad arricchire i curricula degli idonei con titoli
che questi non si sono mai sognati di riportare nel loro curriculum.
Un idoneo ha presentato un curriculum con alcune false dichiarazioni
sui titoli. Purtroppo la giustizia amministrativa (TAR e Consiglio
di Stato) ha respinto il ricorso del sottoscritto con motivazioni
alquanto incomprensibili. Dal punto di vista penale, il GIP, nonostante
abbia confermato l'anomalo comportamento dei commissari alla luce
anche dei risultati della perizia di un consulente, ha archiviato
il procedimento, essenzialmente perché la giustizia amministrativa
si era espressa per la regolarità del concorso!
Ho appreso con molto piacere la notizia dell'intervento della magistratura
di Bari; sono convinto che la magistratura abbia un ruolo fondamentale
nella moralizzazione dell'Accademia.
La sentenza (.pdf, 550 kb)
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