Fronte del Porco
 
Gli interventi
D’amore e d’accordo?
di Marco Bobbio (Segretario del Coordinamento per l’Integrità della Ricerca Biomedica - CIRB), autore di "Giuro di esercitare la medicina in libertà e indipendenza"


Quando si pensa al conflitto di interessi in medicina il pensiero corre ai rapporti tra i medici e le industrie, a quei legami, leciti dal punto di vista penale, ma che minano l’indipendenza di giudizio e mettono in pericolo la fiducia dei pazienti, a quegli inviti a congressi più o meno seri che inducono a credere che il trattamento farmacologico sia l’unica soluzione per affrontare i problemi dei pazienti. Gli interessi economici sono certamente quelli più evidenti, più facili da individuare, più riprovevoli, meno tollerati, più spesso dibattuti, e, forse, quelli più controllabili. Esistono invece molte altre occasioni, altrettanto dannose, nelle quali un medico antepone dei vantaggi personali all’interesse primario di fornire la migliore cura al paziente, un’informazione indipendente ai lettori di una rivista, e purtroppo, come abbiamo letto dalle recenti cronache, i migliori professionisti all’Università. Infatti, si verifica un conflitto di interessi quando ci si trova in una condizione nella quale il giudizio, riguardante un interesse primario, tende a essere indebitamente influenzato da un interesse secondario.

Viviamo in uno strano Paese. Si guarda agli Stati Uniti e si invoca l’autonomia dell’Università e dei Direttori generali degli ospedali nella scelta del personale; poi si scopre che questa libertà viene utilizzata per sistemare amici, parenti, amanti. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Forse sì: talvolta si incrina il velo di omertà e i magistrati possono trovare materiale probante per le loro inchieste.

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