Operazione
Trionfo: Pupo giudica Ray Charles?
di Eugenio Picano (Cardiologo,
Primo Ricercatore dell'Istituto di Fisiologia Clinica, Consiglio Nazionale
delle Ricerche, Pisa)
Alcuni dei commissari sono dei perfetti sconosciuti (vorrà
dire qualcosa?). Altri occupano posti chiave nella cardiologia italiana
e internazionale. Siamo fortunati ad averli, in commissione!
È come giocare una partita di calcio: meglio farsi arbitrare
da Pierluigi Collina che da Byron Moreno, no? No: meglio Collina se
sei il Brasile; meglio Moreno se sei la Corea del Sud. La competenza
e integrità dei nostri arbitri non sono in dubbio (ci mancherebbe
altro!). Potranno anche apprezzarle gli spettatori: perché
la partita non va in onda criptata e censurata per i soli fortunati
possessori della smart card, ma in diretta e in mondovisione per tutti.
Nel pre-partita, la prova Medline non dà esiti esaltanti per
la maggioranza assoluta dei commissari.
Il Commissario Professore, con impact factor totale globale arrotondato
per eccesso a 1 (uno), ora costretto a giudicare un candidato con
impact factor>700, gli richiederà l’autografo o magari
(faccio per dire) lo giudicherà non idoneo e con produzione
monotematica?
E il Commissario con una ventina di citazioni, messo di fronte al
cardiologo italiano d’età inferiore a 50 anni più
citato nella letteratura internazionale nell’arco di tempo 1981–1998
(1578 citazioni di articoli a primo nome, dati Institute Scientific
Information, pubblicati sull’Espresso, 14-9-2000), gli chiederà
un reprint con dedica o (sto fantasticando, ovviamente) lo giudicherà
prolisso?
Io non conosco i meccanismi formali d’assemblaggio della commissione.
Saranno ineccepibili.
Però, solo nel piccolo mondo antico dei concorsi italiani può
succedere che Pupo vada come giurato nell’Accademia di Operazione
Trionfo e giudichi Ray Charles che ha venduto 30 milioni di dischi.
Solo qui può succedere che Paramatti sieda in panchina e debba
sindacare se Roberto Baggio sa palleggiare o no. Per carità,
né Baggio né Ray Charles abitano da queste parti, e
però – direbbero i gesuiti - "poco se mi misuro,
molto se mi comparo" almeno a questi standard aurei commissariali.
Ci vogliamo poi meravigliare se Pupo alla fine decida che Ray Charles
non è intonato, e Paramatti che Baggio vada messo fuori rosa?
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